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I Saraceni



(tratto da: Cenni monografici su Pianfei di Giovanni Tonelli - Ist Grafico Bertello)

I Saraceni, gente di razza araba e di religione maomettana, si erano da tempo stabiliti su alcuni litorali dell’ Africa del nord. Guerrieri e predoni per natura, ferocissimi, esercitavano crudele pirateria nel mediterraneo sbarcando poi su spiagge incustodite e puntando all’ interno depredavano, distruggevano e trucidavano. Nel 906 alcuni di essi vennero sbattuti da una tempesta sulle spiagge del Nizzardo, a Frassinette, tra Villafranca e Monaco e fecero macello degli abitanti e si impadronirono del castello prendendovi dimora. Cresciuti di numero, cominciarono da quella base le loro scorrerie scendendo l’ anno stesso in Piemonte divisi in due colonne, una prese la via di Tenda, l’altra quella del Monte Ardua in Valle Pesio. La prima colonna giunse a Pedona (oggi Borgo San Dalmazzo) compiendo atroci crudeltà e si diresse quindi verso Chiusa mettendola a ferro e fuoco. Qui sopraggiunse la seconda colonna che riunitasi alla prima, percorse tutta la regione portando ovunque rapine e stragi. Carichi di preda si attestarono sul territorio di Pianfei nella località che ancora oggi viene detta “La Saracena”. Qui costruirono un fortilizio capace di contenere 500 uomini armati, con torre di vedetta. Da questa partivano per depredare i passanti e così, nel 920, catturarono S. Bernolfo vescovo di Asti martirizzandolo vicino ad un pozzo sulla sponda destra del Pogliola. Dopo molti tentativi di ribellione, le popolazioni, approfittando anche dei rovesci subiti dai Saraceni su altri fronti, li aggredirono con le armi dando luogo a sanguinosi combattimenti. Tra questi ricordiamo quello che ebbe luogo sotto la Certosa del Pesio, nel luogo detto tuttora malo macello, e la battaglia che si svolse sul Mortais. Nel 975 non si parlò più di essi. Il nome Marabotti, ancora oggi comune a Pianfei,è decisamente di origine Saracena poiché in arabo una parola simile significa cimitero.